martedì 28 ottobre 2008

L'incognita di questi giorni nevralgici

Dubbiosi sugli sviluppi degli ultimi giorni? Cerchiamo di affrontare meglio questa indecifrabile incognita che grava sul susseguirsi di questi giorni nevralgici. Innanzitutto: perché nevralgici? Perché è in questi giorni che si sta concludendo la discussione a proposito del d.L. (Decreto Legge) 137 al Senato, dopo la quale approvazione la riforma del Ministro Gelmini sarà ufficialmente confermata e potrà entrare in vigore. Il d.L. 137 segue la scia aperta dalla Legge 133. Contrariamente alla credenza maggiormente diffusa, ciò di cui si sta discutendo l'approvazione questi giorni non è la Legge 133 - che è comparsa come Decreto di Legge il 25 Giugno 2008, ed è stata approvata come Legge, appunto, il 6 Agosto 2008, senza alcuna democratica discussione in grado di contestarla -, bensì il d.L. 137, che tra oggi e domani, cioè tra 28-29 Ottobre, sarà argomento trattato dal Senato. Ciò per cui manifestiamo e trattiamo, è la non-approvazione del d.L. 137 e l'abrogazione della Legge 133, almeno in una sua parte, e più precisamente negli art. 16 e 66 della Legge 133/2008. Curiosi di sapere di cosa trattano tali articoli? Presto detto. Art. 16 (Legge 133/2008): "Facoltà di trasformazione in fondazioni delle università". Art. 66 (Legge 133/2008): "Turnover". In parole povere, gli articoli riguardanti la privatizzazione degli atenei e, nel complesso, l'amministrazione economica delle università e quindi, per esteso, alla loro amministrazione generale. Questa sede non ha spazio né è quella più indicata per trattare gli Articoli punto per punto, possibilità contemplabile in ambito delle prossime assemblee, manifestazioni, o di occupazione. Questi sono, comunque, gli articoli in cui il Governo affonda le radici del completo sconvolgimento del mondo universitario, con gli onerosi tagli successivi ai conti in rosso che da anni gravano sulla maggior parte delle università italiane. La Ministro Gelmini ha pensato, in accordo alla necessità di fondi per le banche e per l'ICI, di "rimediare" alle gravi condizioni economiche degli atenei con quella che la Ministro stesso ama chiamare "razionalizzazione delle finanze", più facilmente traducibile in "profondi e spregiudicati tagli economici". Così il Governo sferra un colpo fatale agli atenei statali, e abbandona il vascello affondante, intendendo affidarli a una gestione privata. Questo significa anche una ricerca finalizzata ad interessi privati. Negli stessi articoli, inoltre, viene tagliato larga parte del personale docenti, si limita l'organico di insegnamento ad una sola assunzione ogni cinque insegnamenti e, in seguito alle ristrettezze economiche, si arriva ad approdare a gravami fiscali inconcepibili - tasse tanto elevate da rendere gli studi universitari elitari, appannaggio della sola popolazione più o meno abbiente. Larga parte di ciò per cui abbiamo discusso nelle nostre manifestazioni, tutto ciò per cui protestiamo riguardo la riforma universitaria, trova sede in questi articoli. La trattiva della Ministro Gelmini con quattro studenti - uno di Pisa, Maurizio Falsone, uno di Siena, e due di Roma 3 - rappresentanti a livello nazionale degli studenti italiani è stata piuttosto una pseudotrattativa, resa impossibile dall'atteggiamento intransigente della Ministro, che non intendeva acconsentire ad abrogare gli art. 16 e 66 della Legge 133/2008 come punto di partenza per una discussione concreta concernente i problemi in cui vessano gli atenei italiani.
Ma le manifestazioni non sono votate solo all'abrogazione degli art. 16 e art. 66 della Legge 133/2008, bensì anche alla non-approvazione del d.L. 137. E volete sapere come esordisce questo decreto? E' presto detto: "Art. 2 : Valutazione del comportamento degli studenti". Vale a dire: il voto in condotta. Ma a premerci non è tanto questo punto, quanto piuttosto il quarto: "Art. 4 : Insegnante unico nella scuola primaria". E qua cadono i Santi, si scoprono gli altarini. Avete sentito ad Anno Zero, la sera di Giovedì 23 Ottobre 2008, Porro affermare che il "tempo pieno", tanto richiesto dalle famiglie, era già stato ampiamente discusso e ufficialmente confermato dalla Legge? Bene, è una cosa assolutamente errata; non si riscontra assolutamente nel d.L. 137/2008. E' stato solo il suo modo di interpretare una parte assai vaga dell'Art. 4, Comma 1 (testuali parole): "Nei regolamenti si tiene comunque conto delle esigenze, correlate alla domanda delle famiglie, di una più ampia articolazione del tempo-scuola." Giusto per cominciare a mettere in chiaro alcuni punti fondamentali. Prima ancora, però, dovremmo prendere in considerazione questo passo dell'Art. 4, Comma 1 (d.L. 137/2008): "e' ulteriormente previsto che le istituzioni scolastiche costituiscono classi affidate ad un unico insegnante e funzionanti con orario di ventiquattro ore settimanali" Dunque, se fate un rapido calcolo, dividendo 24 ore settimanali per i 6 giorni scolastici effettivi, ne risultano 4 ore giornaliere. Con un calcolo matematico assolutamente imparziale derivante dal d.L. stesso, e un "tempo pieno" che non è neanche descritto come "tempo pieno", ma resta punto assai vago e non trattato, qualcuno vuole ancora provare a mascherarsi dietro discorsi fuorvianti, una gran retorica appariscente, e continui riferimenti alla strumentalizzazione? La Ministro Gelmini non tiene alla discussione democratica al fine di dedurre un disegno di Legge vantaggioso più o meno per tutti, in grado di garantire una scuola di alto livello e un futuro concreto. No, la Ministro Gelmini impone i propri emendamenti, appare come intransigente e prevenuta, assolutamente non disposta a scendere a trattative, a mettere in discussioni il proprio disegno di Legge. Preferisce nascondersi dietro un dito, continuare ad affermare cose ancora più incredibili. Per esempio, invece di affrontare concretamente la Legge 133 e il d.L. 137, ecco cosa ha detto a Panorama a pag. 70 dell'ultimo numero: "E' una protesta minoritaria, davanti a pochi che manifestano c'è una maggioranza silenziosa che vuole continuare a studiare e dare esami. E' a questa che il premier si è rivolto parlando di intervento della polizia" (citazione testuale e riscontrabile). Certo, i numeri che si vedono oggi come oggi sono tutt'altro che preoccupanti. Che a Pisa si siano organizzati Cortei di oltre 20.000 persone, come non accadeva da 30 anni, è assolutamente non preoccupante. Che in tutta Italia vengano occupati istituti di istruzione superiore e atenei, è assolutamente un dato non preoccupante. Che a Roma centinaia di migliaia di manifestanti scendano in piazza ogni giorno, e per Giovedì 30 Ottobre 2008 è previsto uno sciopero con milioni di protestanti, è assolutamente non preoccupante. Spero si stia percependo l'ironia. E le dichiarazioni di un intervento armato? Stendiamo un velo pietoso. Ecco come il Governo tenta di riparare a un'affermazione molto grave: un cerotto su una ferita da granata. E continua così la Ministro: "E' una protesta politica, e invito la sinistra a non usare la scuola e l'università come campo di scontro". Protesta politica? Non possiamo certo negare che partiti come Rifondazione Comunista e il Pd di Veltroni ci stiano marciando su - questo è, d'altronde, il compito dell'opposizione. Ma la mastodontica massa di studenti che si sta muovendo è coinvolta in una protesta generalmente apolitica, che non mette in discussione il Governo ma, ripetiamo, gli art. 16 e 66 della Legge 133/2008, e l'approvazione del d.L. 137/2008, che si discuterà tra oggi e domani al Senato.
Ecco perché migliaia di studenti manifestano oggi e manifesteranno domani: sono le date più importanti. Le numerose dichiarazioni della Ministro Mariastella Gelmini, l'ultima delle quali a "Porta a porta" ieri sera (Lunedì 27 Ottobre 2008) non sarebbero favorevoli. Secondo la Ministro, il progetto di Legge sarebbe ormai in fase troppo avanzata e non potrebbe più essere bloccato. La convinzione generale è, perciò, che anche il d.L. 137 divenga Legge 137, domani. E allora tutti noi, studenti, professori, personale A.T.A. e precari, continueremo incessantemente la nostra protesta, con maggiore ardore, e facendoci sentire più di prima.
Ora, per concludere, resta un'incognita gravante sulla massa studentesca e non solo: cosa succederà questi giorni? Questa X appare ancora difficile da determinare. Larghi movimenti studenteschi stanno protestando anche in questo momento a Roma e in altre grandi città d'Italia. Noi studenti della Lunigiana ci troviamo ad un fatale crocevia: all'indomani dal giorno decisivo per la protesta della riforma (meglio indicabile come controriforma) Gelmini, a due giorni dallo sciopero a Roma. Tra oggi e domani si dovrebbero chiarire i progetti: a seconda degli sviluppi al Governo, in seguito all'assemblea che si terrà domani, all'ultima ora, al Liceo Classico, al Liceo Scientifico e al Liceo Sociopsicopedagogico, e in base alle informazioni che perverranno riguardo i pullman gratuiti per Roma. Il pullman attualmente programmato sarebbe pieno, e solo organizzandone un secondo gli studenti volenterosi potrebbero raggiungere la Capitale. Ma questo è solo un altro punto interrogativo che troverà risposta domani.
Domani, insomma, sarà un giorno di risposte, o almeno così speriamo. Speriamo di poterci organizzare concretamente e, in base al numero di quanti intendono andare a Roma giovedì per protestare, ordinare con un certo criterio il tempo restante in questi giorni nevralgici di fine Ottobre.
Come al solito, il punto resta lo stesso: restare uniti, sempre. Farci sentire. Ricordare a tutti che ci siamo.

1 commenti:

ilvignettificio ha detto...

Se volete che questo governo faccia retromarcia dovete utilizzare la "bomba atomica": parlare ai vostri genitori e ai vostri nonni sopratutto, spiegargli le ragione della protesta e confrontarle con le menzogne pacchiane che escono dalla bocca del presidente del consiglio.

Non ci sara' piu' TG4 o TG5 che tenga e lo terrorizzerete quando comincera' a leggere il crollo verticale dei suoi consensi nei sondaggi.

Alcuni di voi avranno sicuramente genitori e nonni, capaci di libero pensiero, ma purtroppo non e' la fortuna di tutti soprattutto se di provenienza nazional popolare.

Per rompere l'incantesimo bisogno innantitutto insegnare a piu' persone possile che il Re e' Nudo che in termini moderni si traduce in: La televisione racconta Menzogne.

Vertita' banale per alcuni, sconosciuto concetto per molti, forse troppi.

Se condividete diffondete il messaggio.