domenica 2 novembre 2008

Lettera di un'insegnante del Liceo a proposito dell'occupazione

Abbiamo già parlato dell'occupazione del Liceo Scientifico di Villafranca, come ben ricorderete, in un articolo pubblicato pochi giorni fa (Liceo Scientifico di Villafranca: cosa significherà "occupare"?). In questi giorni di frenetici sviluppi, connotati da un susseguirsi di avvenimenti, dallo scontro di Piazza Navona alle dichiarazione del Ministro Maroni fino all'organizzazione nella nuova manifestazione nazionale per il 14 Novembre 2008, attorno al Liceo si animano discussione, non di rado caratterizzate da toni accesi. E mentre gli studenti cercano di portare avanti la loro idea di occupazione con diritto allo studio, c'è anche chi vede alle vicende di questi ultimi giorni con un punto di vista vicino a quello di noi studenti, ma diverso. Proprio per poter osservare a 360° il difficile argomento "occupazione", pubblichiamo oggi una lettera inviataci dalla prof.ssa Bacci Claudia, insegnante di storia e filosofia al Liceo Scientifico di Villafranca. Perché il confronto e il dibattito, in ottemperanza ai principi di democrazia e libera espressione cui facciamo capo - e cui vorremmo facesse capo anche uno Stato che sentiamo sempre meno "rappresentativo" nei nostri confronti -, sono permessi a tutti. E perché le parole che seguiranno sono molto interessanti, e ci aiutano a intelaiare un quadro d'insieme della protesta che vogliamo avviare.
Ecco dunque a voi la lettera:





Lettera aperta agli studenti e alle studentesse dell’ I.S.S. “Da Vinci”
Ho deciso di intervenire in questo vostro spazio, dopo l’ennesima discussione famigliare sulle proteste studentesche di questi giorni in cui sono stata così apostrofata “Non possiamo smettere di farci sentire, proprio perchè il decreto 137 è stato approvato, dobbiamo continuare ad esprimere il nostro dissenso e, per essere visibili, non ci resta che la forma di occupazione della scuola” ragioni che trovo, del resto esplicitate anche nel vostro blog su “Liceo scientifico di Villafranca : cosa significa occupare?”.
Cercherò di mostrare come questo tipo di argomentazioni ,non solo rischi di vanificare i buoni risultati e i consensi raggiunti fin qui dalla vostra protesta, ma addirittura possa tradursi, per una specie di “eterogenesi dei fini”, in azioni che tendono a screditarvi, portando acqua al mulino di chi in questi giorni sta demolendo l’istruzione pubblica.
Lo so che la parola “Occupazione” per voi è fortemente suggestiva e carica di significati simbolici ; è fortemente collegata all’idea di uno spazio di cui ci si impadronisce e si autogestisce, uno spazio in cui si libera la propria creatività, a volte compressa nella rigidità dei programmi scolastici. Ma giovani che si sono dimostrati responsabili nel condurre in modo civile una protesta, devono avere anche la capacità di considerare altri aspetti del problema e le ricadute negative che esso potrebbe avere,(e non solo in termini penali) rispetto ai consensi di tanta parte del mondo studentesco, dei docenti e dei genitori che finora sono stati determinanti per poter creare un fronte unico davvero efficace contro l’incendio che sta divampando nella scuola pubblica. . Il successo di questa alleanza trasversale del resto si è visto nella grande manifestazione del 30 Ottobre, sicuramente la più grande manifestazione a difesa della scuola dell’Italia repubblicana
Fino ad oggi avete mostrato di essere studenti che sanno cosa significa la cultura della legalità. Studenti che rientrano pienamente negli obiettivi educativi dei linguaggi delle programmazioni scolastiche Ogni vostra azione è stata condotta nel rispetto delle regole, chiedendo le dovute autorizzazioni, diffondendo le corrette informazioni a tutti,consentendo a chi non era d’accordo con voi di continuare il proprio lavoro scolastico Avete dedicato impegno e sacrificio di tempo libero, anche festivo, alla preparazione della bella manifestazione di lunedì scorso, il cui successo in termini di consenso e partecipazione é documentato dalle immagini qui riportate. La stessa creazione di uno spazio come questo, così importante per poter esprimere un proprio punto di vista e confrontarlo con quello altrui, è l’evidente testimonianza di quello che vado dicendo. Non mi soffermo poi sull’utilità del lavoro di informazione che state diffondendo su temi che vi riguardano, come quello della scuola e dell’università ,ma anche su come vengono costruite le informazioni stesse. Dimostrate in questo modo che la tanto vituperata scuola pubblica vi ha fornito degli strumenti di critica e di analisi necessari per capire il mondo , soprattutto dimostrate di non essere solo degli inerti (tele)spettatori degli eventi, ma dei cittadini attivi, che sanno indignarsi di fronte all’ingiustizia. Nella “Repubblica” di Platone i cittadini che possedevano un’anima irascibile erano coloro che si sdegnavano e lottavano per ciò che la ragione riteneva giusto. Bene, vi chiedo in questo momento di fare appello all’anima razionale che sa valutare come continuare una giusta protesta nel modo più efficaci possibile.
So bene che la Ministro Gelmini e il Parlamento non hanno minimamente tenuto conto della grande espressione di dissenso democratico che in questi giorni ha attraversato il paese, perseguendo solo l’ostinata logica dei tagli, mostrando così solo la miopia di chi non sa guardare al proprio futuro, e a quello dei propri figli . Tuttavia, partendo da questa chiusura ed ostinazione, bisogna ripensare ad una nuova strategia del vostro dissenso, quali luoghi e spazi da individuare per renderlo il più evidente e assordante possibile. Occorre fare uno sforzo, anche di fuoriuscita dai luoghi comuni, dalle scelte più temerarie che coraggiose. “OCCUPARE, OCCUPARE” è uno slogan spesso vuoto di contenuti, molto caldeggiato anche dai cosiddetti “Fancazzisti” (uso il vostro gergo così mi capite subito) che però alle prima difficoltà sono pronti a scaricare su altri le responsabilità di decisioni a cui loro si sono semplicemente “accodati”.
Il vero coraggio oggi si manifesta non chiudendosi dentro le mura scolastiche, con una difesa ad oltranza, ma sterile di un gesto tra l’eroico e l’ostinato, ma nell’aprirsi invece alla società civile, far vivere nella sonnolenta società lunigianese ( che tra l’altro sarà profondamente toccata dalla “razionalizzazione” della rete scolastica in termini di perdita di posti di lavoro) il valore e l’importanza della formazione e della ricerca.
Vi consiglio di prendere contatti con i vari rappresentanti delle Istituzioni locali (Comuni, Comunità Montana, Provincia), far approvare mozioni a favore della vostra protesta e trovare assieme forme inedite per renderla ancora più visibile (spazi pubblici, spazi all’aperto, raccolta firme per appelli, dibatti con la vostra presenza, petizioni con banchetti etc.)
Certo a voi interessa che anche dentro alla scuola, come suggerite nel blog, si mantenga vivo il dibattito e si colga l’occasione per consentire un vostro protagonismo nel proporre temi di approfondimento e di discussione scelti direttamente da voi. Penso che, presentando una proposta concreta che non intralci lo svolgimento regolare delle lezioni, ci sia la disponibilità di alcuni docenti a darvi sostegno e collaborazione. Come può un docente rifiutare la richiesta di sapere se ben motivata ed argomentata? E’ come se un medico, di fronte ad un ammalato agonizzante, si rifiutasse di portare soccorso con la sua scienza .
Vi chiedo di lavorare in questa direzione e di trovare il modo di correggere delle decisioni forse prese un po’ troppo sulla scia di un entusiasmo acritico. Solo se il bisogno di cultura e d’istruzione, degni di un paese civile, diventeranno una specie di bisogno “primario” e come tale sentito da tutti, si può avere speranza di cambiare qualcosa, come del resto ha recentemente auspicato anche il Presidente Napolitano.



Prof.ssa Claudia Bacci




Siete invitati a proseguire il dibattito, e dire la vostra, nei commenti.

In attesa di un futuro forum.

2 commenti:

LeiNonEraMatta ha detto...

Ho letto la lettera che vi ha inviato la professoressa Bacci e mi trovo d'accordo con lei, almeno in parte. Credo che ci sia, e ci sia stato, del gran caos negli ultimi giorni, dovuto alla rapidità con cui stanno avvenendo le cose e anche alla smania - da parte di TUTTI - di farsi sentire.
Credo che si debba riflettere di più e soprattutto insieme per affrontare la questione nel modo migliore. I mezzi li abbiamo volendo e, anche se essi sono limitati, dobbiamo solo essere in grado di saperli sfruttare al meglio. Di saperci muovere nella giusta direzione. Credo anche che si possa fare molto, a patto che qualsiasi decisione presa da voi/noi sia attuata bene, in modo serio. Credo poi che le proposte della professoressa siano buone e potrebbero dare risultati reali, perchè indubbiamente con l'appoggio di docenti, presidi e istituzioni locali saremmo più 'forti' e poi potrebbe uscirne qualcosa di veramente positivo, che oltre a farsi sentire e portare avanti la nostra voce, possa arrivare per com'è ai 'potenti'. Come sappiamo, infatti, fin'ora qualsiasi forma di protesta è stata malvista, un po' perchè a 'loro' fa comodo, un po' per le forme scelte da una parte - abbastanza numerosa, direi - di giovani. Ho già scritto molto e probabilmente continuerei per ore, non riuscendo comunque a trovare le giuste parole e a spiegarmi in modo chiaro. Spero che comunque abbiate capito un po' come la penso a riguardo e spero ci sia la possibilità di discuterne meglio. In fondo, in un commento non è che si possa dir molto.
ps: fatemi sapere comunque che decidete di fare nei prossimi giorni, se è tutto confermato, quali sono i programmi, ecc. Grazie! Ci vediamo domani a scuola o ci risentiamo online!

chantal ha detto...

bellissima la lettera della professoressa.Devo dire che Concordo vivamente con tutto ciò che dice. Questo momento di protesta sta coinvolgendo proprio tutti e bisogna dire che ne sta venendo fuori anche un momento di dialogo e di confronto tra studenti ed insegnanti uniti per una sola causa: il sapere.
Spero che tutto ciò che si sta facendo in questi giorni porti a qualche risultato, e che persista questo rapporto creatosi tra tutte le persone appartenenti al mondo della scuola.